La Critica

«“Arte impermanente” la danza, nell’istanze in cui finisce è finita per sempre. Dipingerla, ritrarla, è volerla “fermarla”, catturarne frammenti, accarezzarne l’emozione. Ed Enzo Messina, innamorato dalla danza le regala una raffinata e audace sensibilità per gli accordi cromatici, carichi di ritmo e movimento nei contrasti e nelle sfumature per ripercorrere la fascinazione di quei tracciati di luce che donano forma e colore, simbolo e mistero, magia della danza»

Betty Lo Sciuto

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«Le sue cose migliori restano i paesaggi siciliani, condotti sovente con impasti grassi, con esuberanza materia ma con sensibilità di accordi cromatici e sicurezza di taglio; ad esempio la falce di Trapani che biancheggia sull’azzurro carico del Mediterraneo, le nubi tempestose che gravano sulla terra,le case di paese accozzate di una precaria statica, nella cruda luce che ne svela l’interno dramma.»

Franco Grasso

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«Un momento significativo, nella linea evolutiva della pittura di Enzo Messina, è questa sua più recente ricerca operata sul “volto” umano, ancora interpretato in chiave espressionistica. Memoria, spazi e tempo irrisolti, persone di una esistenza soffocata da un che di perplesso.
Il colore abbandona ormai le tonalità piacevoli e congrue. Diventa a volte estroso, nei suoi accordi di rosa e grigio, di azzurro e verde, pura essenza e ritmi interiori».

Salvatore Costanza

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«L’essere rimasto appartato in provincia non ha nociuto ad Enzo Messina il quale torna ai suoi paesaggi con l’animo incantato di chi li riscopre ogni volta. E poiché conosce il mestiere (viene da studi qualificati” e crede seriamente in ciò che fa, ottiene dei risultati degni di considerazione. Specie negli estrosi paesaggi, vivi nei timbri e nella forma, e in qualche guazzo in cui il personaggio femminile è tracciato con saporoso gusto»

Giuseppe Servello

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«Enzo Messina ha la mano particolarmente felice nel ritrarre certi aspetti di femminile leggiadria. Le sue variazioni sul “nudo”, dice, vogliono anche essere una protesta contro la moda deteriore che consumisticamente ci assale attraverso immagini disumanizzate»

Enzo Bonventre

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«Elemento essenziale nella ricerca artistica di Vincenzo Messina è il nudo femminile. Un nudo tra eros, amore e sanità del corpo. Per Messina il nudo femminile alita sulle trasparenze, sugli specchi, sulle maschere come un sogno semplicemente allusivo, che eccita coloristicamente l’occhio e resta sospeso sopra una realtà quasi metafisica… Esso comunica a tutto il contesto i caratteri di una “rèverie” di una sospensione tra il reale ed il fantastico, di una pacata sensualità vissuta ai limiti della immaginazione. L’artista Messina quando dipinge sembra accarezzare ed unire due voluttà in un atto sublime. Egli dipinge in termini di poesia, abbandonandosi a quel filo di canto che ogni uomo sente pulsare in sé e arricchendo la pittura di una carica morale e di suadenza di toni. E lo spettacolo che egli offre è il più emozionante che possa presentare un’attività creativa arrivata al limite dell’espressione. Soprattutto il suo colore, sensuale e incantato, possiede un lirismo trasfigurante che tramuta tutto in un mondo di sogno in cui l’erotismo assume accenti casti e idealizzati, che contrastano significativamente con l’erotismo sbracato e commerciale che ci assedia nel mondo di oggi. Anche i suoi paesaggi siciliani si caratterizzano per luminosità ed armonia cromatica e ciò lo rende un esperto alchimista degli impasti coloristi più sorprendenti, capace di sfruttare tutte le risorse della tavolozza con la distribuzione più calibrata, l’accostamento più adeguato delle caratteristiche tonali, per riuscire ad ottenere effetti non comuni».

Simona Licata

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